STEFANO ROLANDO

Professore della IULM, dal 2018 direttore scientifico dell’Osservatorio sulla comunicazione pubblica, il public branding e la trasformazione digitale nell’ambito del Dipartimento di Business, Law, Economics and Consumer Behaviour – Business, Diritto, Economia e Consumi dell’Università IULM. Membro del CdA della Fondazione Milano-Scuole civiche di Musica, Teatro e Cinema.

Stefano Rolando è nato a Milano il 20 febbraio 1948, città in cui si è laureato in Scienze Politiche alla Statale (tesi di laurea in Sociologia dell’educazione ambientale) e si è specializzato alla Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi (Pianificazione e analisi strategica).

Ha vissuto in costante mobilità tra Milano e Roma.

  • Le esperienze giovanili (prima e dopo l’interruzione per qualche tempo degli studi universitari a causa della morte improvvisa del padre nel 1971) sono connotate dal giornalismo, dalla ricerca socio-economica (il suo primo lavoro stabile, in parte nel quadro dell’avvio del sistema regionale e poi a riporto del commissario europeo Altiero Spinelli) e da una formazione maturata dal 1973 al 1977 nel campo della comunicazione di impresa, condotta tra Roma e Milano per grandi gruppi industriali italiani pubblici e privati.
  • Con la chiamata in Rai, a 29 anni, affianca come dirigente uno dopo l’altro due presidenti prestigiosi come Paolo Grassi e Sergio Zavoli. Si apre un secondo ciclo di esperienze, nel campo dei principali soggetti dell’audiovisivo in Italia e anche delle relazioni istituzionali in quel settore in un periodo di forti trasformazioni. Le Partecipazioni statali, dopo cinque anni a viale Mazzini, lo indicano per svolgere, distaccato dalla Rai, a 34 anni, il ruolo di direttore generale dell’Istituto Luce gestendo la rigenerazione della società e assumendo dal tempo un originale profilo di operatore al servizio dell’immagine e dell’identità nazionale. Dal 1978 al 1985 sarà altresì tra i collaboratori personali di Sandro Pertini (nel quadro di un’amicizia familiare di tutta la vita) che lo porterà, dopo la scomparsa del Presidente, a essere tra gli animatori della Fondazione a lui intitolata.
  • Con il governo Craxi a metà degli anni ’80 sarà Giuliano Amato a chiamarlo come direttore generale, a 37 anni, nel 1985, per guidare le funzioni riguardanti le competenze di governo in materia di informazione, editoria e diritto d’autore, che svilupperà – anche con la trasformazione del 1988 della storica Direzione generale in Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – con dieci governi (Craxi 2, Fanfani, Goria, De Mita 1 e 2, Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini) fino al 1995. In particolare – con molte attività operative e con il costante presidio alla normativa – sarà tra i riformatori della comunicazione pubblica in Italia e promuoverà anche i raccordi europei in questo ambito. Mentre in quel periodo il campo dell’editoria attraverserà una stagione di sostegno alla modernizzazione delle imprese e il diritto d’autore avrà un nuovo inquadramento del contrasto alle piraterie. Nel 1993 il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi lo propone alla firma del Capo dello Stato per la più alta onorificenza della Repubblica, quella di Cavaliere di Gran Croce – a 45 anni, quindi non per anzianità o per fine servizio – per l’interpretazione di un servizio innovativo svolto per tutte le istituzioni centrali e territoriali e per i contributi dati a nuove professioni e a una forte stagione di innovazione legislativa.
  • Torna volontariamente nel 1995 nell’ambito delle imprese, come direttore centrale delle relazioni istituzionali e culturali del gruppo Olivetti, nella fase di lancio della trasformazione dall’informatica alle telecomunicazioni, a cui farà seguito il ritorno a Milano come coordinatore dei direttori generali (oggi la funzione è quella di segretario generale) dell’Assemblea legislativa della Lombardia. Nella turbinosa stagione della seconda metà degli anni novanta svilupperà le sue esperienze sull’innovazione tecnologica e sulle dinamiche territoriali e di prossimità dei processi comunicativi. Finché, ad apertura del nuovo secolo, lascerà la carriera dirigenziale per optare per l’insegnamento universitario, avendo conseguito l’idoneità di ruolo nel concorso all’Università Ca’ Foscari di Venezia nell’ambito disciplinare di Economia e gestione delle imprese (con caratterizzazione delle applicazioni in ambito pubblico). Chiamato nel 2001 dall’Università IULM di Milano svolge fino al 2018 l’insegnamento di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica, di Politiche pubbliche per le comunicazioni, di Comunicazione pubblica e politica e negli ultimi tempi anche di Public Branding. Dirige poi la Fondazione di ricerca applicata e di programmi di formazione dell’università. E per svariati anni ha la delega ai rapporti istituzionali e con la CRUI dell’Ateneo.
  • Nella fase iniziale dell’attività universitaria di ruolo, a tempo definito, a Roma, dal 2001 al 2005, ha l’incarico di segretario generale della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative italiane, operando nel quadro inter-istituzionale delle riforme. In questi anni svolgerà per tre volte l’incarico di consigliere di ministri (Luigi Berlinguer all’Istruzione, Luigi Mazzella alla Funzione Pubblica e Francesco Rutelli ai Beni culturali), oltre ad essere membro (designato dal ministro Paolo Gentiloni) del Consiglio superiore delle Comunicazioni e membro del consiglio scientifico dell’Unesco-Bresce (designato dal Ministero degli Esteri). Nel 2016 svolge – con Nadio Delai (già direttore del Censis) – la prima ampia indagine sull’identità e l’immagine dei magistrati italiani (Magistrati e cittadini, Franco Angeli ed.), rapporto presentato unitamente da SSM (presidente Valerio Onida) e CSM, con vicepresidente Giovanni Legnini che, nella scia, costituisce una commissione di magistrati ed esperti (presieduta da Gianni Canzio e di cui è stato parte) per la riqualificazione delle funzioni comunicative nella Giustizia che completa positivamente i lavori.
  • Dal 2019, uscito dai ruoli, conserva in Università IULM alcuni insegnamenti e la direzione scientifica dell’Osservatorio sulla comunicazione pubblica e il public branding (costituito nel 2018) che ha svolto un intenso monitoraggio tra il 2020 e il 2021 sui nessi tra “comunicazione e pandemia”. Dal 2012 al 2016 è stato a Milano presidente del Comitato Brand Milano, per la giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia. E’ stato membro rappresentante della minoranza di centrosinistra – eletto dal Consiglio regionale della Lombardia – del Corecom-Lombardia. Dal 2018, per designazione del sindaco Beppe Sala, è membro del cda della Fondazione Milano che coordina l’attività formativa delle civiche scuole di teatro, musica, cinema e mediazione linguistica i cui titoli sono stati equiparati a quelli universitari. A Milano, già membro dal 2013 del CdA della Fondazione “Paolo Grassi” (che ha sede presso il Piccolo Teatro), l’11 giugno 2021 è stato eletto presidente all’unanimità del Consiglio.
  • Ha scritto più di cinquanta libri (tra i suoi ambiti disciplinari e su temi di storia e identità italiana) e si è occupato attivamente di molteplici fondazioni legate a figure esemplari della storia italiana (tra cui la Fondazione Nitti a Melfi di cui è presidente dal 2008, che ha promosso nel 2019-2020 il centenario del governo Nitti con comitato presieduto da Giuliano Amato e la Fondazione Pertini di cui è membro del consiglio scientifico) e ha svolto, in piena libertà e indipendenza, attività civile, scrittura giornalistica e un costante diritto di parola nella cultura politica del riformismo progressista italiano, ancora membro (come lo era alla fine degli anni ’70) della redazione della rivista socialista Mondoperaio, dirigendo negli ultimi tempi Lab-Lib – Laboratorio di scuola politica liberaldemocratica promosso da +Europa e seguendo da vicino gli sviluppi del civismo progressista. E’ condirettore di Democrazia futura, rivista periodica che nasce nell’esperienza di Infocivica per ragionare sull’evoluzione multimediale in rapporto alla tenuta dei processi democratici. E’ presidente dal 1986 della rete degli operatori della comunicazione governativa “Club of Venice” coordinato in Europa presso il Consiglio UE.

stefanorolando.it

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